E King, come un una bella favola della storia musica ha dovuto uscire dalla povertà prima di diventare il sovrano incontrastato della letteratura di genere.
Lo scrittore in gioventù era squattrinato e campava di lavori saltuari e dei proventi delle vendite dei propri scritti, piuttosto modesti agli inizi.
Ma la classe sopraffina doveva necessariamente emergere, era solo questione di tempo.
E i suoi libri scalano subito le classifiche, e vendono milioni e milioni di copie.
Successi degni dei più grandi artisti della musica mondiale.
Ma dove sta la particolarità, il karma di quest'uomo? Stephen King è forse stato capace di prendere un genere (il romanzo gotico), darne un'interpretazione nuova e personale. Tanto che oggi chi scrive di genere horror non può più prescindere dallo stile del maestro.
I libri di King sono spesso voluminosi, ma scorrono veloci perchè capaci di coinvolgere anche il lettore più disattento. Capacità assoluta del maestro è quella di descrivere oltre il mondo esteriore anche l'interiorità dei personaggi, costruirne il flusso dei pensieri. In un chiaro parallelismo con lo stile di James Joyce.
Libri come A volte ritornano, Il miglio verde, Misery non deve morire, sono oltre che capolavori letterari anche sceneggiature perfette per le rispettive pellicole che ne sono state tratte.
Perchè se il mondo della letteratura gli deve tantissimo, quello del cinema, forse gli deve ancora di più. Mai un autore è stato così utilizzato dal grande schermo in fatto di trasposizioni.
King ci aveva abituato ad un ritmo da stakanovista, a uno o più libri all'anno.
Oggi forse è arrivato il momento della pausa, se non quello dell'addio.
In un recente passato lo scrittore ha mostrato la volontà di godere una meritata pensione.
Tutti speriamo che non sia vero.
In ogni caso, grazie di tutto Stephen.
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