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lunedì 20 settembre 2010

INTERNET, IL PIU' GRANDE CAMBIAMENTO DELL'ERA MODERNA

Il progresso è un costante mettere in discussione le certezze del presente, per creare quelle del futuro. Molti s0no stati i cambiamenti che hanno contraddistinto la storia dell'umanità, alcuni dirompenti, capaci di cancellare o sovvertire tutto quello che c'era prima.
Oggi la rivoluzione più significativa è stata Internet, una verità insindacabile.
L'idea della rete universale informatica era nata con presupposti differenti da quelli che poi l'avrebbero contraddistinta.
Era il 1969, è la Difesa americana aveva concepito uno strumento nuovo ed affascinante. Il suo nome era ARPANET e consisteva nella creazione di una rete per la trasmissione di dati fra computer dislocati sul territorio degli Stati Uniti. La particolarità stava nel far viaggiare le informazioni a 'pacchetti', disgregando il messaggio originale, per poi ricomporle all'arrivo. In questo modo anche in caso di interruzione di un nodo nella rete non si comprometterebbe l'invio dell'informazione. Un requisito non trascurabile nel contesto della guerra fredda.
Ma l'invenzione, concepita per altri scopi, ha dato i migliori frutti in un ambito differente. I computer ed il mondo dell'alta tecnologia nel frattempo facevano passi da gigante e si diffondevano capillarmente fra la popolazione. La rete a quel punto diventava un pò di tutto.
Era appena nato Internet un meccanismo gigantesco che veicolava ogni tipo di informazione sotto forma di testi, immagini, suoni o video.
Quindi una tecnologia nata quasi incidentalmente diventava una delle più grandi invenzioni dell'era moderna. Con un impatto simile a quello avuto dalla musica rock sulla società post bellica.
Nel frattempo rimaniamo qui, in attesa della prossima grande rivoluzione.

venerdì 17 settembre 2010

STEPHEN KING, IL PADRE DELL'HORROR MODERNO

Chi qualche volta si è perso a leggere le prefazioni ai libri di Stephen King, sa quanto l'autore sia legato al mondo della musica. Suonava addirittura in un gruppo in gioventù.
E King, come un una bella favola della storia musica ha dovuto uscire dalla povertà prima di diventare il sovrano incontrastato della letteratura di genere.
Lo scrittore in gioventù era squattrinato e campava di lavori saltuari e dei proventi delle vendite dei propri scritti, piuttosto modesti agli inizi.
Ma la classe sopraffina doveva necessariamente emergere, era solo questione di tempo.
E i suoi libri scalano subito le classifiche, e vendono milioni e milioni di copie.
Successi degni dei più grandi artisti della musica mondiale.
Ma dove sta la particolarità, il karma di quest'uomo? Stephen King è forse stato capace di prendere un genere (il romanzo gotico), darne un'interpretazione nuova e personale. Tanto che oggi chi scrive di genere horror non può più prescindere dallo stile del maestro.
I libri di King sono spesso voluminosi, ma scorrono veloci perchè capaci di coinvolgere anche il lettore più disattento. Capacità assoluta del maestro è quella di descrivere oltre il mondo esteriore anche l'interiorità dei personaggi, costruirne il flusso dei pensieri. In un chiaro parallelismo con lo stile di James Joyce.
Libri come A volte ritornano, Il miglio verde, Misery non deve morire, sono oltre che capolavori letterari anche sceneggiature perfette per le rispettive pellicole che ne sono state tratte.
Perchè se il mondo della letteratura gli deve tantissimo, quello del cinema, forse gli deve ancora di più. Mai un autore è stato così utilizzato dal grande schermo in fatto di trasposizioni.
King ci aveva abituato ad un ritmo da stakanovista, a uno o più libri all'anno.
Oggi forse è arrivato il momento della pausa, se non quello dell'addio.
In un recente passato lo scrittore ha mostrato la volontà di godere una meritata pensione.
Tutti speriamo che non sia vero.
In ogni caso, grazie di tutto Stephen.

giovedì 16 settembre 2010

CARLO LUCCARELLI, MAESTRO DEL GIALLO ROCK

E' italiano, emiliano per la precisione, è uno scrittore. Uno scrittore di gialli.
Forse ne avete apprezzato l'esilarante imitazione di Fabio De Luigi.
Ma non solo. Anche un abile conduttore televisivo, di quelli che fanno programmi d'inchiesta, sempre più rari nel nostro sciagurato paese. Si chiama Carlo Luccarelli.
E da un pò di tempo anche apprezzato personaggio della radio, grazie ad uno spazio fisso su uno dei più famosi network italiani con una trasmissione originale e accattivante.
Un programma diffuso anche attraverso i canali non convenzionali del podcast, dal titolo Dee Giallo.
Un viaggio a largo raggio, verso le oscurità del mondo della musica e non solo. Un viaggio nella vita e nelle opere di personaggi epocali del rock, personalità come Elvis, Paul McCartney, Bob Dylan, Jimi Hendrix, che così tanto hanno segnato la storia di questo genere.
Esistenze a volte tormentate, a volte intense, a volte semplicemente adombrate da un evento misterioso.
Luccarelli, è stato capace di regalare alla televisione una trasmissione memorabile come Blu Notte. Un format che ha rilanciato un modo dimenticato di fare tv, tramite la capacità di riesaminare verità scomode e misteri del passato del nostro paese.
Da Ustica alle stragi di Mafia, dal caso Sindona all'omicidio Calvi.
In un modo del tutto nuovo, con un piglio a metà fra l'investigatore e lo scrittore.
Dee Giallo è qualcosa di più spettacolare, è tende a trasporre vicende terrene nella dimensione del mito. Scaricatevi il podcast, e godetevi lo spettacolo.

martedì 14 settembre 2010

UN RIVOLUZIONE CHIAMATA MUSICA, DAL GRAMMOFONO ALL'IPOD


L'industria musicale ha vissuto varie importanti rivoluzioni, che di volta in volta hanno modificato il mondo in cui il pubblico fruiva di questa splendida forma d'arte.
Fino a fine 800, l'unica possibilità di ascoltare la musica stava nell'assistere dal vivo ad un evento. Non esisteva possibilità di conservare o immagazzinare il suono.
La scoperta avvenne grazie ad una delle menti più prolifiche degli ultimi secoli, Thomas Edison, che incidentalmente comprese esservi la possibilità di imprimere una traccia sonora su cilindri di cera. E di fatto proprio in quella fase nacque l'industria musicale. E si assistette al primo fenomeno rivoluzionario, ma temporaneo.
L'invenzione del vinile, e della possibilità di stampare i supporti in serie anzichè registrare in presa diretta, fece diventare l'industria discografica un fenomeno di massa.
Bella e lunga storia quella del vinile, che resistette per larga parte del secolo successivo.
Un supporto, il long playing, che ancora oggi riscuote l'apprezzamento degli appassionati.
Ma col finire del secolo si andava alla ricerca della praticità e la musicassetta sopperiva alla problematica del trasporto e soprattutto rendeva la musica un fenomeno ancora più partecipato, grazie alla possibilità di creare copie a volontà o creare compilation personali.
Il passo successivo ha puntato alla qualità, all'introduzione del compact disc, il supporto solido ad alta fedeltà e ad alta qualità.
Per terminare con la smaterializzazione del concetto di musica che diventava un file, il tanto discusso mp3. Spesso veicolo di pirateria, il nuovo formato di file è stato spesso osteggiato ma alla fine il mondo si è dovuto arrendere all'evidenza del progresso.
E alla fine, ai giorni nostri, il concetto di IPod. Il supporto musicale assoluto, dove immettere tutto il proprio vissuto musicale, tutto il proprio bagaglio di cd per concepire l'ascolto musicale non più come una serie di album ma come un'intera playlist che rispecchia essa stessa la persona che l'ha creata.
Ed eccoci qui, in attesa della prossima entusiasmante rivoluzione.

lunedì 13 settembre 2010

STAIRWAY TO HEAVEN, LA PIU' BELLA CANZONE DI SEMPRE

Rolling Stone, la più celebre rivista musicale del mondo, le ha assegnato un misero ma onorevole 30 posto. Un sacrilegio a parere di Musixtory. Che ritiene che Stairway to heaven sia la più bella canzone ma scritta e suonata.
Il pezzo è frutto di uno dei più grandi gruppi della storia del rock, gli immensi Led Zeppelin.
Stairway to heaven è un pezzo mitico, epocale, lo si percepisce fin dalle prime note.
Lo si percepisce dalla profondità di un testo che è un'aperta critica al cinismo e alla ricchezza.
A nulla vale il mucchio di fandonie che vuole questa canzone come un inno al satanismo e un continuo richiamo al maligno con frasi recitate al contrario e doppi sensi.
Per molti gruppi la favola del satanismo è stata un abile mossa pubblicitaria.
Questo brano va valutato al di fuori di ogni preconcetto.
L'introduzione è sognante, un flauto che nasce dal nulla, una melodia soave che introduce le prime frasi del testo. Poi il ritmo cambia, fa il suo ingresso la magistrale chitarra di Jimmy Paige che dona vigore al pezzo senza forzarlo.
Arpeggi perfetti, che si fondono in perfetta commistione con gli effetti sonori di John Paul Jones e la voce sottile e acuta di Robert Plant.
Poi la chitarra sale in cattedra e imprime un'accelerazione violenta al pezzo, un'accelerazione orchestrata con classe infinita.
E il finale hard rock è il capolavoro assoluto, con il compianto John Bonham a picchiare forte sui piatti, Paige con un ritmo graffiante e assordante, Plant con una voce affascinante e irritante allo stesso tempo. Il più bel pezzo di sempre.
Indiscutibilmente.

sabato 11 settembre 2010

YOUTUBE, RIVOLUZIONE ROCK DEL WEB


Oggi è il terzo sito più visitato al mondo, molti lo visualizzano quotidianamente, alcuni addirittura caricano periodicamente i propri video.
Anche per You Tube, la rivoluzione di stampo dannatamente rock, è racchiusa nella capacità di inventare qualcosa che non esisteva prima e sconvolgere il mondo intero con questa novità.
L'idea proviene dal gruppo Hurley, Chen e Karim, ex dipendenti Paypal che concepirono la semplice idea del video sharing in rete. L'avventura YouTube inizia con l'upload di un video allo Zoo di uno degli ideatori. Un filmato di pochi secondi. Era l'anno 2005.
Da quel momento YouTube diventa molto di più.
Vi si possono visualizzare i video alternativi postati dagli utenti, vecchi filmati, spezzoni di film. Un'opportunità del tutto nuova. E da un pò di tempo a questa parte You Tube è la piattaforma per produrre contenuti editoriali originali, con la possibilità di gestire una propria tv personale.
Oggi il sito fa contare circa 20.000.000 di contatti, con i conseguenti introiti pubblicitari.
Il dominio è passato di mano nel 2006. I fondatori lo cedono a Google per 1,65 miliardi di dollari e grazie ad un'idea semplice e originale, ottengono la fama e la ricchezza.

venerdì 10 settembre 2010

STEVE JOBS, MISTER APPLE, IL RE


L'icona rock è, per antonomasia, il personaggio che con la sua nuova idea di musica assurge agli onori del pubblico e con un elezione tacita diviene Re. Così era accaduta ad Elvis.
Così accade per quello che oggi appare come uno dei più grandi geni informatici dell'era moderna. Il suo nome è Steve Jobs.
Jobs era un impiegato Atari, celeberrima casa di videogames, dalla quale si licenziò verso la fine degli anni 70, per imbarcarsi in un'avventura suicida con l'amico collega Wozniak.
A costo di incredibili sacrifici, in un garage, diedero alla luce il prototipo Apple ed Apple II.
Un'idea che diede loro ricchezza e notorietà. Era stato concepito il personal computer perfetto (per l'epoca), che aveva introdotto importanti innovazioni, come l'utilizzo del mouse.
Ma dopo il successo, e il cambiamento repentino degli scenari mondiali dell'informatica, Jobs e la sua Apple, nel frattempo quotata in borsa, persero terreno e lo costrinsero ad un esilio volontario dalla sua creatura, durato 12 anni.
Jobs fu parte parte attiva del fenomeno Pixar, pioniera della produzione di cortometraggi animati in computer grafica.
Quando, nel 1996, Apple ricontattò il suo fondatore era in piena crisi. Annaspava a causa di un sistema operativo obsoleto e di macchine costose sempre più fuori mercato.
La scossa Jobs fu decisiva.
Come un'importante artista che ritorna a calcare le scene dopo anni e ricomincia a riempire gli stadi, Mister Apple Jobs rilanciò la casa di Cupertino.
Con un'iniezione di fiducia dato da un nuovo ed efficiente sistema operativo.
Poi con il trionfo di ITunes e dell'IPod, vera e propria rivoluzione nel mondo della musica.
Per proseguire con la rivoluzione nel mondo della telefonia tramite l'IPhone.
E il più recente lancio, l'IPad, il tablet che ripromette di trasformare il mondo dell'editoria.
Lunga vita al Re, alla rockstar Mister Apple, Steve Jobs.

martedì 7 settembre 2010

GLI INVENTORI DI GOOGLE, LE ROCKSTAR DI INTERNET


Quando negli anni 90 Internet divenne una realtà diffusa si assistette ad una veria e propria rivoluzione. Di quelle che accadono dopo le grandi invenzioni.
Un'idea getta le basi e fornisce agli altri gli strumenti per creare qualcosa di nuovo e geniale.
Così accadde in quegli anni, quando il web era un universo vuoto, tutto da progettare, dove una persona qualsiasi dotato di talento e spirito d'iniziativa poteva creare qualcosa di nuovo e originale capace di rivoluzionare il mondo intero. Esistevano tutti i giusti presupposti per la nascita del fenomeno Google.
I motori di ricerca prima erano macchinosi database di indirizzi web, che raramente restituivano i risultati sperati. Occorreva un terremoto, un'innovazione totale. Una rivoluzione, di quelle in stile rock and roll. E' arrivò grazie a due studenti universitari, Page e Brin.
Che idearono il motore di ricerca basato sui link in entrata, per mezzo di uno speciale algoritmo che donava al motore di ricerca precisione e velocità di ricerca.
Una manna per gli utenti, un paradiso per i pubblicitari che potevano puntare di essere raggiunti al volo da milioni di potenziali clienti.
Google divenne una multinazionale, venne quotato in borsa, macinò in pochi anni milioni e milioni di dollari. E oggi rimane un caposaldo del web.
Che punta ad espandersi e a creare nuove porzioni di un'Internet che non c'era, sempre in prima linea per reinventarsi e reinventare.
E pensare che tutto era partito da due giovani volenterosi e un'idea originale.
A volte i sogni si realizzano.

domenica 5 settembre 2010

IL GIORNO CHE I METALLICA ABBANDONARONO IL METAL E DIVENTARONO IMMORTALI

Prassi comune della musica rock, specie se di una corrente estrema, è l'arroccarsi sulla propria posizione abbandonando propositi di sperimentazione e di modifiche al proprio stile.
Caratteristica pecuriale, questa, dell'heavy metal. Uno stile, duro, grezzo, che fa del rumore, della velocità di esecuzione e della potenza dell'interpretazione la sua essenza.
Come si è capito quindi, il metal è un genere che non perdona. Ma è contemporaneamente un genere spesso sottovalutato. Si ritiene questa corrente troppo improntata alla performance e pochissimo alla qualità, ma non c'è nulla di più falso.
In primo luogo il metal richiede un'impostazione tecnica impeccabile, ai limiti della perfezione.
Oggi è opinione diffusa che i Metallica, una band sulla breccia dai primi anni ottanta, sia il gruppo metal forse più famoso del mondo.
Un gruppo dalla storia tormentata che vide l'epoca di maggiore splendore in un periodo di crisi profonda, in cui mise in discussione il proprio clichè di band metal proponendo qualcosa di estremamente nuovo e immortale.
Era il 1991 quando i Metallica si lanciarono nella svolta definitiva. Va ben precisato che il pubblico dell'heavy metal, non tollera i cambiamenti. Non tollera che i propri beniamini sposino le esigenze di mercato e ammorbidiscano il loro stile o aderiscano alle logiche commerciali, pubblicando videoclip o lanciandosi in opere promozionali.
Ma quel 1991 era l'anno del Black Album, un omaggio ai Beatles e al loro White Album.
Ebbene, questo Album 'Nero', poi tanto oscuro non era. Conteneva l'essenza dei Metallica, ma per una volta la musica suonava meno frenetica, per una volta metteva il piede sul freno.
E generava 2 fra i più bei brani della musica di tutti i tempi.
The Unforgiven in primo luogo, un pezzo moderatamente energico ma dalle sonorità ricercate. E poi quello che forse rimane la vetta incontrastata raggiunta dalla band. Stiamo patlando di Nothing Else Matters, un vero capolavoro stilistico, una ballata tutta condotta su magistrali arpeggi che diventò la bandiera dei Metallica da quel momento in poi.
E fu proprio quello il giorno in cui i Metallica abbandonarono il Metal per scrivere una pagina immortale nella storia del rock.

giovedì 2 settembre 2010

FREDDY MERCURY E I QUEEN, MITI INTRAMONTABILI


Non esiste competizione sportiva al mondo in cui non venga mandata 'We are the champions' come sigla per celebrare il vincitore. E nelle campagne pubblicitarie, anche se non tutti lo ritengono un merito, i loro pezzi sono sempre i più utilizzati.
Loro sono un mito, ed hanno un nome. I Queen, che hanno avuto in Freddy Mercury un immenso ed insostitubile leader. Inutile citare come per altri la loro storia, i loro inizi o la loro scalata al successo. Per i Queen valgono i momenti di grandezza, gli anni che li hanno consacrati a rock band di livello mondiale. Non è un caso che il loro Greatest Hits, rimanga uno degli album più venduti della storia della musica.
Ma dove sta l'unicità dei Queen, quell'inconfindibile impronta che rendeva un pezzo qualsiasi un pezzo dei Queen. Uno stile inconfondibile ed una logica di gruppo consolidata.
Ogni componente del gruppo aveva il proprio ruolo, fondamentale per imprimere lo stile Queen ad ogni brano. Il karma superbo di Freddy Mercury, il frontman per eccellenza dalla stupefacente potenza vocale e dal timbro inconfondibile.
Il chitarrista Brian May, non un virtuoso ma uno che imprimeva ai riff un carattere immortale.
E poi il gruppo ritmico, Roger Taylor e John Deacon.
Il tutto mescolato per ottenere quel sound che ha conquistato milioni di persone, con quei cori di sapore barocco che nessuno aveva mai osato proporre nella musica rock.
Tanto per citare alcuni pezzi. L'opera d'arte Boehmian Raphsody, Radio Gaga, l'incalzante Another One Bite the dust, Somebody to Love, Who wants to live forever, The show must go on...
Citandone poche per tralasciarne moltissime.
L'epilogo? Triste ma non assoluto. La morte di Freddy, sopraffatto da una malattia spetata come l'Aids, frutto dei suoi eccessi e di una buona dose di sfortuna. Ma il mito Queen continua.
Perchè il gruppo, da quel tragico 1991 continua a lavorare, a proporre inediti, a tenere concerti con un sostituto di Mercury rispettoso dell'originale.
Queen, il simbolo della notorietà, che diviene successo, si trasforma in trionfo e trascende in mito.